Il fatto che non finisci una cosa, fa sì che la ricerchi in altre.
Un’unica foto è compiuta, la foto è quella di un singolo momento che se perdi non torna più, un lavoro su un tema invece non è mai finito, finchè dentro di te non hai risolto quel problema lì, stai cercando una risposta ad una domanda, a qualcosa che ti “disturba”.
Se ti dico “incompiuto” qual è la prima cosa che ti viene in mente?
Un ciclo vitale, non so per quale motivo.
Unfinished di che colore/forma ha?
Una nebbia. Ad un certo punto non hai la visione completa, però puoi intravedere qualcosa.
C’è qualcosa che hai lasciato incompiuto nella tua vita?
Quasi tutto, ogni scelta che fai, svolti da un’altra parte e quello che hai lasciato dietro è un’altra strada che hai interrotto. Tra i miei progetti incompiuti: un lavoro sul lutto e la separazione, per indagare l’incapacità di separarci realmente, ho fotografato le tombe dei bambini e gli oggetti che vengono lasciati, c’è tanta dolcezza e tristezza. Un altro lavoro incompiuto, anche questo triste ma con note di comicità, l’ho fatto in Belgio dove ho fotografato animali domestici impagliati con i loro proprietari.
Quale è il tuo rapporto con le cose incompiute?
Conflittuale, nel senso che sai che una cosa non l’hai finita e magari non la finirai mai, anzi con me è molto probabile, quindi è una forma di nostalgia perenne che ti insegue per tutta la vita di cosa potevi fare, di come l’avresti finito.
C’è qualcosa che trovi di valore proprio perchè incompiuta?
Ogni cosa, perchè essendo incompiuta ha spazio per tanto altro, anche per girare di 90 gradi; le cose compiute sono morte, sono finite. Quando mi chiedono di fare una foto per qualche rivista, la faccio, la pubblicano ma io non la guardo, perché una volta che qualcosa è pubblicato, è finito e se finito non mi interessa più, lo metto via.
Cos’è un fertilizzante per te?
Il tragitto che fai e gli incontri che ti aspettano lungo il percorso. Ci sono temi non risolti che tornano magari in un altro progetto. Il fatto che non finisci una cosa, fa sì che la ricerchi in altre. Il mio fertilizzante è la solitudine e pochi, buoni, amici. E mia figlia che è una specie di presenza continua.
Quand’è che un’opera per te è compiuta?
Un’unica foto è compiuta, la foto è quella di un singolo momento che se perdi non torna più, un lavoro su un tema invece non è mai finito, finchè dentro di te non hai risolto quel problema lì, stai cercando una risposta ad una domanda, a qualcosa che ti “disturba”. Quando faccio una fotografia per un progetto, la foto è qualcosa che mi attrae e di solito è qualcosa che mi “disturba”, quella cosa che non riesci ad agganciare, quando fai la foto stai cercando di agganciare qualcosa…e se hai finalmente fatto pace con te stesso, con quella parte lì di te, allora la cosa è finita. Ho progetti che vanno avanti da anni e non posso continuare per motivi logistici, ma so quante fotografie ci sarebbero in coda da fare, fino a che non sarà esaurita la vena.
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Percorso, sentieri, e cose così.