Non avendo fatto studi artistici (ammetto che mi sarebbe piaciuto frequentare l’Accademia) mi auto-definisco, un po’ per scherzo, un’artista della domenica. Come Dottor Jekyll e Mr. Hyde, durante la settimana lavoro come corporate storytelling account per la scuola Holden e nel tempo libero mi diverto a fare l’artista. “Weekend artist, everyday creative soul” è infatti il mio motto.
Ceci n’est pas è un progetto artistico nato nel 2019, nonché il mio nome d’arte. Con Ceci n’est pas ho voluto dare vita a una mia esigenza artistica silenziosamente covata da tempo e che non avevo avuto ancora modo di esprimere. Il nome, di ispirazione fortemente magrittiana, vuole suggerire un’idea di pluri-identità e multiculturalismo tipico del mio percorso personale, artistico e professionale.
Sono quindi approdata al collage analogico dopo avervi individuato la forma d’arte ideale per esprimere alcuni aspetti del mio carattere: guidata dal mio intuito e da un’ispirazione quasi kandinskyiana, talvolta senza sapere come risulterà il prodotto finale, attingo ad immagini precostituite per crearne di totalmente nuove. Mi piace pensare al collage come a una tecnica artistica sostenibile, nella quale non si butta via niente: perfino il ritaglio ingiallito di una rivista vecchia di 20 o 30 anni può trovare una sua collocazione all’interno di una composizione. Ciò che mi affascina di più del collage è proprio la capacità di dare nuova vita e linfa a forme e colori che spesso in origine non avevano nulla in comune, plasmando qualcosa di assolutamente inedito e in grado di trasmettere storie ed emozioni.