Il mio libro è fatto di appunti in itinere, è come scrivere un diario che si compie solo quando muori. Il progetto è nato dall’idea di raccogliere in maniera sistematica le cose che faccio e leggo sulla terapia antibiotica. Lo scrivo per me stessa, non ho intenzione di compierlo per altri o pubblicarlo. Se però si presenta l’occasione, alle persone che mi sono care nel mondo professionale, faccio il regalo di una copia del mio libro, una copia ovviamente incompiuta perché avranno solo le pagine scritte fino alla data del dono.
Il titolo che ho scelto nasce dai nomi dello Staphylococcus aureus e dello Pseudomonas aeruginosa, batteri estremamente cattivi che provocano infezioni molto importanti, mi piaceva l’idea di scrivere sui “cattivi”, parlandone un po’ come la Banda Bassotti.
L’idea è nata mentre studiavo per la mia seconda Specialità dopo Cardiologia, in Anestesia e Rianimazione, quello è stato certamente il progetto che mi ha dato maggiore gioia e soddisfazione.
Lo studio della parte di terapia antibiotica mi ha fatto scoprire un mondo che contro ogni previsione mi ha affascinata, ho iniziato a seguirlo, fare corsi e poi mi sono detta: perché non mettere tutto assieme per fermare e non perdere i vari concetti e le cose che imparo ogni giorno? E così, pian piano, ha preso la forma del libro che procede tutt’ora. Ho iniziato intorno al 2010, adesso è di 150 pagine. Nel mio ospedale ormai si rivolgono a me per le consulenze sugli antibiotici e molti protocolli per la terapia intensiva li ho fatti io. Non mi sono invece mai particolarmente interessata di malattie virali. Sto pensando che potrei fare una piccola eccezione ed estendere il libro anche al virus del Covid-19, dopo il lavoro nei mesi di emergenza mi sembra quantomeno “doveroso”.