“Dwell The Threshold è la mia tesi di dottorato in Studi Urbani e sarebbe dovuta diventare un libro che racconta come esista uno spazio tra entità diverse, un luogo in cui può accadere l’incontro potenzialmente trasformativo delle identità di partenza, l’ibridazione che dà luogo ad una terza identità.
A questo luogo do il nome di soglia, un nome indeciso, i cui contorni sono sfumati.
Programmaticamente è un’opera aperta, più uno sguardo sul mondo che un progetto che chiede di essere chiuso.
Un inno alla contaminazione, ibridazione, mescolanza, presenza, fisicità, tutto quello che oggi è stato messo in discussione con la pandemia.
Questi principi li applico in tutti gli aspetti della mia vita, sono quasi un manifesto, un memorandum per me. Sono il modo in cui io approccio le diverse sfere della vita, in cui mi affaccio al mondo, porto avanti il mio attuale progetto di ricerca “Sex & the City” sull’urbanistica di genere.
La tesi è nata da tanti anni di lavoro con Stalker, un gruppo di artisti fotografi, geografi, architetti, antropologi, che hanno fatto del camminare nei margini – i territori attuali – la pratica di conoscenza dello spazio e delle relazioni.
Si è arricchita poi dell’incontro con Gilles Clément e il suo terzo paesaggio come rifugio per la biodiversità del vivente.
La pubblicazione è rimasta incompiuta nei miei archivi e tutto quel pezzo di lavoro e di vita lo faccio vedere in questo video che è l’unica traccia pubblica di quel tratto di percorso.
È passato il momento e il libro non l’ho più pubblicato.
Dal 2015 sono successe parecchie cose, il mondo si è progressivamente chiuso:
ci sono stati gli attentati terroristici a Parigi, Bolsonaro è diventato presidente del Brasile e Trump degli Stati Uniti. Infine la pandemia che ha accelerato verticalmente dei processi già in atto, facendo del “distanziamento sociale” l’antidoto alla contaminazione del mondo. Altro che ibridazione e mescolanza! Isolamento!! Parlare oggi di apertura dello spazio è dunque ben diverso dal farlo 5 anni fa.
Questo non significa che non sia un argomento attuale, anzi! forse è ancora più urgente oggi di quanto non lo fosse anni fa, quando l’apertura era quasi una condizione data, e non un traguardo per cui lottare.
Volendo proporla oggi occorrerebbe adattare ed aggiornare lo sguardo a tutto quanto successo, la cornice andrebbe rivista, ma il messaggio profondo resta valido e invariato.
Negli anni, alcuni pezzi della tesi hanno preso una forma un po’ diversa e sono stati fertilizzante per altri lavori e altre pubblicazioni”