Chiara ed Eva: Family mix è “una rete di scambio di babysiteraggio che attraverso la condivisione del proprio tempo offre ai genitori momenti di libertà in totale sicurezza e ai bambini momenti di incontro con gli amici. Attraverso una App permette di entrare in contatto con le famiglie di persone fidate disponibili a tenerti i bambini per una giornata, un pomeriggio, una serata, un’occasione speciale. Un mutuo aiuto tra famiglie facile, accessibile, sicuro e organizzato, tutto a portata di click!” così sul nostro sito abbiamo descritto questa idea di sharing economy.
Chiara: Family Mix è iniziato come un’idea che è rimasta per anni nella mia testa, nato dal trovarmi con due bambini, tanti amici con i quali ci si dava una mano, ma solo per cose necessarie, mai per il tempo libero. Pensavo che avrebbe potuto esistere un sistema attraverso il quale chiedere senza doverti giustificare, la piattaforma metteva tutti sullo stesso piano, tenere i figli di altri diventava uno scambio e non più un favore, offrendo ai bambini un momento di socialità positiva. A un certo punto ho preso coraggio, ho scritto il progetto e ho partecipato a un concorso dell’incubatore Social Hub. Sono risultata tra i 5 vincitori ed è iniziata l’avventura. A questo punto ho coinvolto la mia amica Eva Perasso. Non c’era un’idea chiara di business, volevamo mantenere tutto gratuito e questo ha impedito di trovare un finanziamento. Abbiamo anche vinto un bando della Tim per attivare un crowdfunding, ma abbiamo raccolto meno di quanto mi aspettassi, nonostante il grande impegno estivo, anche in vacanza, con il camper di famiglia loggato Family Mix. Da quel momento abbiamo abbandonato pian piano il progetto, lentamente, senza dichiararne la fine.
Eva: Io e Chiara Capini ci siamo conosciute perché avevamo i figli fin dal nido nelle stesse classi, siamo state rappresentanti di classe insieme e poi nel Comitato genitori dell’istituto. Chiara aveva avuto l’idea e partecipato e vinto il concorso per idee innovative Social Hub di Genova e inserito il progetto nel suo incubatore, me ne ha parlato e per me è stato subito amore a prima vista. Poi il team si è allargato quando a noi si è unito anche Fabrizio Tubertini che ci ha aiutate a sviluppare tutta la parte di business. Serviva a sviluppare delle reti di famiglie, un social network di cerchie di amici all’interno delle quali ti muovevi per chiedere disponibilità di tempo. Avevamo lavorato tanto su benessere e sicurezza del bambino, sul sistema per accedere, per fare richiesta, conoscere gli altri, erano previsti vari step, colloqui, controlli, davvero ci si conosceva. Pensate come sarebbe utile quando cambi casa, magari città e non conosci nessuno che ti può aiutare. Con Chiara abbiamo creato il sito, partecipato a contest, organizzato incontri e messo su un progetto di crowdfunding, accompagnate nel percorso da un incubatore, abbiamo lavorato per un paio d’anni, e con la raccolta fondi abbiamo pagato le spese di promozione e sviluppo della App, creata in versione beta proprio quando le energie iniziavano a mancare. Il 2017 è stato un anno di grandi cambiamenti di vita per entrambe. Piano piano, non abbiamo più messo energia, abbiamo iniziato a rinviare incontri e attività e quasi senza accorgercene, comunque senza mai dirci “è finito”, l’abbiamo in qualche modo lasciato cadere. La sua incompiutezza è ancora dolorosa, lo consideriamo a tutt’oggi un ottimo progetto che potrebbe ripartire in futuro, un progetto che ci ha coinvolte e divertite molto permettendoci di conoscere tante persone e di entrare in circuiti interessanti della sharing economy.
Chiara: Quello che mi chiedo è come mai nessun altro ci abbia pensato, come mai nessuno abbia realizzato un progetto di sharing di tempo dedicato ai bambini. Sto aspettando di non averne più bisogno direttamente, a non essere più coinvolta in prima persona, per poi rilanciarlo. Ho anche pensato di rivolgermi agli enti pubblici, che potrebbero essere interessati a offrire ai genitori uno strumento di aiuto e sostegno. Per Family Mix il compimento sarebbe stato un progetto diffuso, un reale utilizzo. Io sognavo una rete nazionale (e anche oltre) fatta di tante piccole cellule comunicanti. In quel momento avrei potuto lasciarlo andare.