Il progetto consiste nel dipingere, con un’incursione carbonara di artisti, 18 bunker sparsi sul territorio siciliano, trasformandoli da simboli di guerra in luoghi di cultura e pace.
“Durante la seconda guerra mondiale, l’esercito tedesco edificò un gran numero di Bunker nell’entroterra e lungo le coste siciliane per fronteggiare l’invasione nemica nel mediterraneo. Il mio progetto intende valorizzare questi simboli architettonici bellici, per promuovere sensibilità e dissenso alle guerre che assillano i popoli. Ho selezionato due bunker per ogni provincia siciliana con l’idea di affidare la loro trasformazione da luoghi di distruzione a luoghi di cultura con diversi interventi pittorici affidati a differenti “truppe di artisti” internazionali. L’idea è di inserire poi i bunker tra gli itinerari artistico culturali della Sicilia.
C’è molto materiale sentimentale in questo progetto: fin da bambino, vedevo un bunker andando al mare fuori Siracusa, sulla via Elorina tra Siracusa e Cassibile (dove venne firmato l’armistizio in una casa di campagna), per me allora era una cosa della guerra, poi dopo anni mi è nata l’idea, ho pensato sarebbe bello dipingerlo usando l’occhio apotropaico, come simbolo degli occhi di chi non vuol vedere tutte le tragedie delle migrazioni dei popoli: tanti occhi, tanti bunker, per portare un concetto di pace esteso. Pensavo anche di identificare i bunker con una bandiera della pace disegnata dall’artista e realizzata da donne con status di rifugiate, bandiera che potrebbero diventare anche un gadget per raccogliere fondi per iniziative per migranti. Immagino quindi una operazione di recupero ambientale, di valorizzazione del territorio, di solidarietà.
Ho verificato che realizzare questo progetto secondo le regole sarebbe stato complicatissimo, alcuni bunker sono di proprietà del Ministero dell’Estero, altri del demanio, altri di privati, così mi è nata l’idea di farlo nascere con spirito carbonaro, realizzandolo come una incursione di artisti, filmata e fotografata nelle varie fasi in modo da realizzare poi un documentario.
Ho un progetto scritto, cartina con evidenziate province, foto dei bunker e uno trasformato con simulazione, modellino del bunker grandezza di panettone da 3 kg in polistirolo dipinto.
Per realizzare il progetto avrei bisogno di qualcuno che si occupasse dell’aspetto gestionale. Conosco street artists, non è un problema coinvolgerli, vedo anche la possibilità di sponsor in aziende di vernici, ma il problema è l’organizzazione che da solo non riesco a gestire.” Luigi Camarilla