L’idea del “Pozzo delle Donne” è nata nel luglio 2016. Ero a Lisbona per esporre un’altra opera, “Distruggi questo diario a Parigi”. Dopo una litigata notturna con il mio fidanzato – soggiornavamo in una curiosa galleria d’arte contemporanea che metteva a disposizione una camera per gli ospiti – me ne andai in cucina e mi capitò sullo schermo del cellulare, consultato distrattamente per far sbollire il nervoso, uno scritto di Natalia Ginzburg, una “Lettera alle donne”. Parlava proprio di quel pozzo immaginario in cui tutte, proprio tutte, cadiamo più volte nella vita, perché non ci sentiamo all’altezza, inadeguate, è un qualcosa che ci risucchia in un abisso, in un baratro. Mi aveva colpito molto.
“L’altro giorno m’è capitato fra le mani un articolo che avevo scritto subito dopo la liberazione e ci sono rimasta un po’ male. Era piuttosto stupido: quel mio articolo parlava delle donne in genere, e diceva delle cose che si sanno, diceva che le donne non sono poi tanto peggio degli uomini e possono fare anche loro qualcosa di buono se ci si mettono, se la società le aiuta, e così via. Ma era stupido perché non mi curavo di vedere come le donne erano davvero: le donne di cui parlavo allora erano donne inventate, niente affatto simili a me o alle donne che m’è successo di incontrare nella mia vita; così come ne parlavo pareva facilissimo tirarle fuori dalla schiavitù e farne degli esseri liberi. E invece avevo tralasciato di dire una cosa molto importante: che le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne.
Lettera alle donne, Natalia Ginzburg (c) 2016 Giulio Einaudi editore, Torino.
Pochi giorni dopo andai a visitare il parco di Quinta da Regaleira, a Sintra, e in particolare rimasi affascinata da uno dei due pozzi scavati a spirale nel terreno, fulcro di riti misteriosi. Fu così che mi venne l’idea di associare in qualche modo le due cose e crearne un’opera d’arte. L’idea era di creare un pozzo con la foto delle pareti dell’originale all’interno e lo scritto della Ginzburg all’esterno. In sede espositiva, poi, me l’ero immaginato con delle copie di pagine tristi dei miei diari accartocciate all’interno del pozzo, e con dei fogli e una penna sui quali le visitatrici sarebbero state invitate a scrivere un ricordo sgradevole o una situazione dolorosa di cui si volessero sbarazzare.
Tornata dalla vacanza ho iniziato a lavorarci, ho messo insieme appunti e idee, ho fatto un po’ di ricerche per trovare il materiale per realizzare questo pozzo. Immaginavo del plexiglass, qualcosa che si potesse illuminare da dentro. Ma niente mi soddisfaceva. In autunno ho fatto il disegno dell’opera, poi mi sono dedicata ad altro, ogni tanto in questi anni tornava come idea ma non l’ho mai portata a termine. Mi piacerebbe un giorno vederla tridimensionale e realizzata, anche con materiali diversi da quelli che avevo immaginato inizialmente. Ad esempio con lenzuola ricamate. Potrebbe essere realizzata anche come un workshop, come un’opera collettiva o partecipativa… una complicità ed un sostegno reciproco tra donne.
Credo sia importantissimo sapere che questo è un pozzo collettivo. È più semplice la risalita, una volta cadute. Grazie, Bianca.
è vero…è importante ricordare che non siamo mai sole. Grazie a te, Stella!
…però torniamo sempre a galla… caschiamo, ci affanniamo , annaspiamo, ma torniamo a galla…. noi donne sempre…
…o almeno ci proviamo…sempre!!
Grazie, Claudia!
Non so se conosci la storia dell’asino caduto nel pozzo: riesce ad uscire sfruttando la terra che i contadini gli gettavano addosso per seppellirlo, pestandola e facendo così rialzare il fondo del pozzo. Gli scritti delle donne, gettati in questo tuo pozzo potrebbero essere considerati, in quest’ottica, un mezzo per venirne fuori
Anche questa è una possibilità! grazie Silvia 🙂
Scusa, Silvia!
Mi era sfuggito il tuo commento! Non conoscevo la storia dell’asino… In effetti è una splendida metafora, ne farò tesoro.
Grazie mille!!