Durante il viaggio di ritorno da Capo Nord, ripensavo alla serata di addio con i miei più cari amici che partivano per un anno di studi all’estero: Filo in Canada e Mati in America. Avevamo passato tutta la notte svegli a girare per i vicoli deserti di Varigotti, scattando foto cercando di goderci gli ultimi momenti insieme, è per me ancora una delle serate più belle. Nelle lunghe ore sul furgoncino, riguardando le foto e ispirata da quella serata, avevo iniziato a comporre una canzone che parla proprio di quell’atmosfera che si era creata in una notte bianca al mare, che ricordo un po’ come un sogno. Ho trovato prima gli accordi sull’ukulele, come sempre prima viene la musica, poi hanno seguito le parole.
Non so bene come nascano le mie canzoni, quando scrivo sono un po’ come in trance, le parole vengono di getto. É nata quando ormai il viaggio stava finendo e poi, tornata a casa, non c’era più la giusta atmosfera per continuarla. Nello stesso viaggio avevo già scritto “Happy you’re gone”, e al rientro mi sono dedicata a farne il video per pubblicarla, e così mi son dimenticata di Monochromatic Soul che è rimasta incompiuta.
Nonostante abbia già sia le strofe che ritornello e bridge, finire una canzone per me significa registrarla, aggiungere le secondi voci e altri strumenti, per poi pubblicarla su Youtube con il video. Ogni tanto la canto e mi piace ancora, ma è passato il suo momento e non credo che la registrerò mai. Però non lo so per certo, chissà? Se il momento in qualche modo tornasse.